Storia degli Sbandieratori della Quintana (1^ parte)
La Storia Romantica della Bandiera, dei Vecchi Lanciatori e del Torneo
“……I primi sbandieratori ?.... Accadde questo….Carlo Baiocchi, nel ’55, si ritrovò Presidente della Commissione d’esame ad Arezzo… Durante la preparazione del Palio cercò di allacciare contatti con i protagonisti delle varie contrade… Trovò in quella di Porta Crocifera quattro sbandieratori del Palio aretino disposti a venire in Ascoli…” Il maestro coreografo Danilo Ciampini si infervora moltiplicando le proprie risorse ed il suo racconto sulla storia del torneo cavalleresco conquista corpo e colore facendosi capace di gioia, rabbia e dolente sensualità. “Ci riuniamo nel ‘54 in Via Andrea Antonelli n.2, presso la ditta dei F.lli Peci ed eravamo un gruppo di incoscienti. Con me c’erano Nazzareno Peci, Don Carlo Cardarelli, Nino Oleandri ed i professori Carlo Baiocchi e Alberto Costantini. Don Carlo cominciò a spronare tutti noi citando la storia della nostra città rimasta troppe volte in soffitta. Iniziammo a documentarci consultando antichi scritti ed arrivammo a definire il numero dei sestieri. Erano 6, quelli attuali: Porta Romana, Porta Solestà, Porta Maggiore, Sant’Emidio, Porta Tufilla e Piazzarola…. Io e il professor Baiocchi cercammo di introdurre nei confini di ogni sestiere anche le parrocchie. Perché i confini veri non sono quelli che tutti credono di sapere… Porta Romana conteneva la 1° traversa antecedente Via del Passo, scendeva fino a San Martino, al vecchio Supercinema sino ad interrompersi nei pressi del negozio di abbigliamento, L’uomo elegante…”. “I ponti: quelli sono zona di nessuno…- sbotta Ciampini mentre continua a ricordare e ricostruire tutto quanto gli è stato intorno per oltre 5 lustri. “Il ponte di Porta Cappuccina è di Porta Romana… Porta Cappuccina comincia subito dopo…. Porta Maggiore non detiene il ponte, anche quello è terra di nessuno… Oggi mettono le bandiere come vogliono loro…”. Non ne parla volentieri del presente della Quintana il maestro coreografo. “La Piazzarola inizia sotto San Marco, vi rientrano la costa dell’ospedale, Lungo Castellano, il Cinema Piceno: prima del Piceno si scende a San Gregorio che pure rientra nella Piazzarola…”. Il lato destro di Viale Marcello Federici, sino al n. 25. è di Porta Cappuccina…”.”Il verbale di queste nostre sedute iniziali ce l’ho io ma è anche a disposizione del Comune…”. “I colori dei sestieri. Porta Romana non è rosso-blu: i suoi colori sono il rosso e l’azzurro. Porta Solestà ha il giallo limone anziché il giallo-oro e l’azzurro dovrebbe essere un azzurro carta da zucchero… Sul nero verde di Porta Maggiore hanno messo l’oro… Porta Romana ha aggiunto il bianco…”
“I primi cavalieri erano tutti ascolani, tutti eravamo ascolani, i comitati agivano spontaneamente per la preparazione del sestiere. Chili di cambiali… E pensare che qualcuno ci beffeggiava parlando di Carnevale d’estate.” “Il primo torneo fu fatto al campo sportivo Ferruccio Squarcia ma il percorso non era ad otto come oggi. Si partiva dai vecchi spogliatoi, venivano su, colpivano il moro, c’era passione…” “Il primo grande cavaliere che io ricordi fu Luigi Civita di Porta Romana, fantino di professione, disputava corse a Villa Glori… Lui con il cavallo ci parlava e addirittura ci dormiva: quando era il momento di provare il percorso bastava un suo cenno ed il cavallo completava impeccabilmente il giro.” “Nella 1° edizione S.Emidio aveva un geometra, mi pare si chiamasse Carmine… Porta Tufilla presentò Castelli, soprannominato menchiò (nel dialetto ascolano, uomo frivolo, burlone n.d.r.): era il contadino dei Feriozzi che guardando la collina avevano la casa sulla destra… Il cavaliere di Porta Cappuccina, Nepi, era allevatore di bestiame. Aveva i capelli rossi e lo chiamavano steppò (nel dialetto ascolano, grosso batuffolo di canapa, n.d.r.). La Piazzarola non c’era e neppure Porta Maggiore…” “Per l’inaugurazione facemmo venire il calcio fiorentino pagando vitto e alloggio… Il Presidente era un ascolano, Aldighiero Badini, ispettore della Polizia Urbana di Firenze… Anche in quel caso frugammo in tasca per coprire tutte le spese…” “Pure il Mossiere venne da Firenze. Era un autista della Croce Rossa… Lavorava di notte, fu costretto a ripartire immediatamente dopo il torneo.”